Che cosa è l’insonnia?!

Che cosa è l’insonnia?!

L’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dalla difficoltà o incapacità ad addormentarsi nonostante la persona sia stanca e il suo organismo manifesti un bisogno fisiologico di dormire.

Ci sono diversi tipi di insonnia e sono classificati in base a diversi fattori quali la durata, il periodo di insorgenza e le cause scatenanti.

Se si considerata la durata, si può parlare di insonnia transitoria, insonnia breve e insonnia di lunga durata.

L’insonnia transitoria dura poche settimane e si presenta in soggetti che attraversano un temporaneo periodo di stress acuto dovuto a situazioni particolari come una malattia organica o il cambiamento del fuso orario.

L’insonnia breve può avere una durata di alcune settimane e si manifesta in seguito a periodi di stress più lunghi derivati ad esempio da un lutto improvviso o dal verificarsi di una malattia importante.

Infine, l’insonnia di lunga durata è la forma più cronica e preoccupante e quella che necessita di ulteriori accertamenti. Può essere causata da malattie organiche croniche, dall’abuso di sostanze come alcol o farmaci e a volte sono presenti anche disturbi psichici.

Se si considera invece il periodo di insorgenza, ovvero il momento della notte in cui la persona interessata ha maggiori difficoltà a prendere sonno, si distingue tra insonnia iniziale, insonnia centrale e insonnia terminale.

L’insonnia iniziale non permette di prendere sonno e a volte chi soffre di questo disturbo passa molte ore a letto sveglio e in cerca di riposo.

L’insonnia centrale si manifesta sotto forma di microrisvegli durante le ore centrali della notte che impediscono la possibilità di riprendere sonno nelle ultime ore che precedono il mattino.

L’insonnia terminale si riferisce infine alla difficoltà di riaddormentarsi nelle prime ore del mattino dopo 4-5 ore di sonno.

Individuare la causa dell’insonnia non è assolutamente facile, anche perché esistono diversi fattori interni ed esterni che possono favorirla.

Si parla infatti di insonnie situazionali, insonnie non situazionali primarie e insonnie non situazioni secondarie.

Le insonnie situazionali si suddividono a loro volta in tre categorie: estrinseche, da alterazione del ritmo circadiano e secondarie a condizioni mediche o psicologiche.

Le insonnie situazionali estrinseche si riferiscono a disturbi di origine ambientale (temperatura non adeguata, letto scomodo, il traffico, il russare di un vicino), di altitudine, da adattamento e da assunzione di sostanze ipnotiche o stimolanti.

Le insonnie situazionali da alterazione del ritmo circadiano sono soggette ai mutamenti coatti della naturale collocazione cronologica del sonno, come ad esempio chi soffre della sindrome da jet-lag e dei turnisti.

Invece le insonnie situazionali secondarie a condizioni mediche o psicologiche dipendono proprio dalla conseguenza di questi stati patologici e tra queste ricordiamo l’insonnia da dolore, l’insonnia da ospedalizzazione e la insonnia da situazioni psicologiche stressanti.

Per quanto riguarda le insonnie non situazionali, come detto, possiamo suddividerle in primarie e secondarie.
Quelle primarie sono: le insonnie psicofisiologiche, incentrate sul meccanismo vizioso della paura di ripetere una notte in bianco; le insonnie da scorretta igiene del sonno, soggette alle cattive abitudine alimentari che non facilitano il riposo; insonnie da alterazione del ritmo circadiano, incentrate su uno sfasamento primario del ritmo biologico.

Tra le insonnie non situazionali secondarie troviamo invece: insonnie associate a malattie psichiatriche; insonnie associate a malattie neurologiche; insonnie associate a malattie internistiche, associate a patologie cardiovascolari, scompensi pressori o reflusso gastro-esofageo.

Ovviamente l’insonnia, specialmente se di lunga durata, incide negativamente sulla sfera emotiva e sulla vita familiare e lavorativa di una persona, riducendone l’efficienza e impedendogli di gestire al meglio i compiti quotidiani e le relazioni interpersonali.

Proprio per questo diventa fondamentale prestare attenzione a seguire un corretto stile di vita che possa prevenire o anche solo controllare questo disturbo che, se tralasciato, può diventare condizionante.

Nello specifico si consiglia di scandire una certa regolarità ai ritmi della propria vita per permettere all’organismo di riconoscere più facilmente i momenti di riposo.

Meglio evitare di fare il pisolino pomeridiano, consumare cibi pesanti e alcolici, e soprattutto è di aiuto praticare un’attività fisica quotidiana, preferibilmente in orari non troppo a ridosso delle ore da dedicare al riposo.

In alcuni casi di insonnia cronica è possibile anche ricorrere all’assunzione di farmaci ipnoinducenti, cioè particolari medicine che inducono il sonno.

Ovviamente, prima di intraprendere questa strada, si consiglia di consultare un medico che possa stabilire la giusta terapia e il corretto dosaggio di questi farmaci.

Il trattamento farmacologico, se accuratamente studiato ad hoc e adattato per la particolare insonnia diagnosticata, in alcuni soggetti può essere d’aiuto nel ripristinare un corretto ritmo sonno-veglia.