Vivere il Natale con la Demenza: consigli pratici per i caregiver

Vivere il Natale con la Demenza: consigli pratici per i caregiver

In vista delle feste natalizie, per fare in modo che il proprio caro con demenza trascorra serenamente i momenti di condivisione in famiglia e tutti gli elementi di straordinarietà che ne conseguono, può essere utile seguire alcuni pratici consigli per mettere a proprio agio la persona, aiutandola a compensare tutte le difficoltà che possono sopraggiungere durante i festeggiamenti.

La parola all’esperto, la dott.ssa Alessia Rossetti, Psicologa di Villaggio Amico

Partendo dall’elemento centrale che rende uniche le Feste, ovvero la tavola e le pietanze, va sicuramente sottolineato come il momento del pasto possa diventare estremamente delicato da gestire, soprattutto nei casi in cui siano presenti difficoltà nutrizionali legati alla scarsa idratazione e assunzione di cibo o, al contrario, alla perdita del senso di sazietà caratterizzata dalla continua richiesta di cibo. Per favorire l’alimentazione è bene che i cibi, oltre ad essere saporiti, rispettino alcune caratteristiche: consistenza, da adattare alle capacità del familiare; coesione, evitando cibi che tendono a scomporsi; omogeneità, poiché alimenti a doppia consistenza richiedono tempi e abilità deglutitorie complesse, spesso peggiorate dal sopraggiungere di disfagia; scivolosità, per esercitare un attrito adeguato; temperatura, che deve essere tendenzialmente più alta o più bassa rispetto a quella corporea, seppur non esageratamente. Anche la posizione corretta aiuta la deglutizione: è bene incoraggiare la persona con il tronco dritto, il capo leggermente piegato in avanti e gli avambracci appoggiati. Se il nostro familiare è da imboccare, è bene che sia somministrata una piccola quantità di cibo per volta, lasciando il tempo necessario per masticare e deglutire.

Spostando l’attenzione sulla tavola e, dunque, sulle modalità con cui è più funzionale apparecchiare per far sì che l’alimentazione avvenga il più serenamente possibile, è consigliato utilizzare stoviglie e posate adatte, scegliendo piatti distinguibili rispetto alla tovaglia, tazze e bicchieri con manici facilmente afferrabili e impugnatura delle posate più grossa e di facile presa. Questi accorgimenti possono rivelarsi molto utili per compensare i disturbi visivi, di riconoscimento degli oggetti e motori che possono interessare la persona con demenza. Servire cibi semplici da mangiare può incoraggiare una maggior autonomia durante il pasto. Generalmente, inoltre, è preferibile presentare una portata alla volta, con una sola posata, onde evitare frustrazione in caso di difficoltà nello scegliere quella corretta a seconda della pietanza. L’attitudine verso la persona con demenza deve cercare di essere il più rassicurante e incoraggiante possibile, ricordandosi sempre di rispettare i tempi del nostro caro, evitando di adottare un atteggiamento sostitutivo, che può spesso creare perdita di motivazione e aggressività.

I nostri familiari sono molto sensibili alle modalità con cui ci relazioniamo con loro e questo ha un impatto ancor più significativo durante le feste. Per questo motivo, è importante mostrarsi come una figura ben disposta ad affiancare e sostenere ma pronta a lasciare lo spazio per piccoli momenti di indipendenza. Dotarsi di tempo e pazienza è fondamentale: anche le attività più semplici possono rappresentare un grosso impegno per i nostri cari e avvertire fretta e insofferenza nel caregiver può acuire la loro percezione di inadeguatezza e le loro prestazioni possono peggiorare.

L’interazione e il coinvolgimento della persona con demenza all’interno dei momenti di convivialità tipici delle feste natalizie è un altro aspetto di cui prendersi cura. L’obiettivo, in quanto caregivers, è quello di rendersi, insieme agli altri membri della famiglia, dei veicoli comunicativi sicuri e funzionali, adattandosi alle competenze residue del proprio caro con demenza. Nelle fasi iniziali di questa condizione, le persone possono riscontare difficoltà nel trovare le parole giuste o ricordare i nomi delle persone care, denominare correttamente gli oggetti o capire il significato di quanto detto durante le conversazioni. In queste occasioni può essere utile cercare di rinforzare l’uso del linguaggio, sollecitando la persona con demenza a esprimersi e rievocare i termini corretti per indicare gli oggetti. È importante utilizzare frasi semplici e affermative, cercando di porre una domanda per volta, richiedendo le frasi interrogative un maggior sforzo mentale per formulare la risposta. È altresì molto utile rilanciare il discorso a partire dalle ultime parole dette dalla persona e lasciare il tempo di rispondere, considerando che i tempi di latenza possono aumentare. Il linguaggio del caregiver, di contro, per essere maggiormente comprensibile e intuitivo dovrà essere concreto e rinforzato da gesti, dal tono della voce e dalla mimica facciale e corporea. È importante, inoltre, che ciascun familiare si rivolga alla persona con demenza interloquendoci uno per volta, in modo tale da non creare ulteriore confusione nella persona.

Con il progredire della condizione degenerativa, il linguaggio del nostro caro perde sempre più di complessità: in certi casi può ridursi a pochi suoni, spesso utilizzati in maniera impropria, in altri può essere ricco e fluente ma costituito da una sequenza non ordinata di parole priva di significato. La comunicazione verbale viene sostituita, a questo punto, da quella non verbale: l’obiettivo diventa quello di imparare a interpretare quanto i nostri cari ci vogliono comunicare attraverso le loro espressioni facciali, il loro comportamento e i sentimenti che ci trasmettono con il loro corpo (gestualità, posture, …). In questi casi sarà utile comunicare utilizzando gli stessi “codici”: posizione e movimenti del corpo, mimica facciale e tono della voce. La persona con demenza, infatti, può aver perso la capacità di produrre o comprendere il linguaggio ma comprende bene lo stato d’animo di chi ha vicino. Avverte, allo stesso modo, la grande forza comunicativa che si può esprimere con il corpo e con il contatto fisico: una carezza o un abbraccio possono essere estremamente eloquenti.

È infine fondamentale occuparsi dell’ambiente domestico. Anche per la persona con demenza, “casa” significa sicurezza e continuità degli affetti. Anche quando la perdita di memoria e dell’orientamento spaziale e temporale non consentono di riconoscere la propria abitazione, è spesso osservabile come sia più semplice, per i nostri cari, muoversi in ambienti domestici piuttosto che estranei. È bene, innanzitutto, non introdurre in casa troppi cambiamenti, limitandosi a quelli necessari per organizzarsi per i festeggiamenti, cercando di mantenere la solita disposizione dei locali e la presenza di arredi che la persona riconosce come familiari. Alcuni interventi, in rapporto allo stadio della condizione degenerativa, possono favorire l’autonomia e abbassare i livelli di confusione, come aiutare a identificare adeguatamente gli ambienti. Anche prestare attenzione al confort ambientale è fondamentale: individuare la temperatura più adeguata, evitare – nel limite del possibile – suoni e rumori che possano agitare o creare difficoltà a concentrarsi, rimuovere ostacoli come tappeti e scendiletto, in modo tale da evitare che la persona inciampi, installare dei sostegni affinché il nostro caro possa appoggiarvisi per spostarsi.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti puoi contattare il nostro Sportello della Memoria al numero 02 96489496 oppure inviarci una mail a info@villaggioamico.it